LABORATORIO Gioco e pregiudizi culturali 

Il laboratorio si apre a diversi generi di attività, tese a riconoscere come l'apprendimento sia frutto di un coinvolgimento,   indagando su che cosa ne pensano e come vivono i bambini e le bambine di oggi questioni relative al gioco, da loro sentite importanti, che li riguardano da vicino e nel quotidiano.
La ricerca farà ricorso al gioco per socializzare e a interagire con chi solitamente non ci si confronta, al piccolo teatro, al confronto in cerchio, ai soggettivi posizionamenti, alla riflessione con il disegno.
Eppure forti sono ancora i pregiudizi degli adulti che  ostacolano la libera espressione. Nel procedere, si scoprirà anche come, seppur nel loro piccolo, qualcosa di questo cercare e confrontarsi sul tema, avrà occasione di diventare un'opportunità di esercizio della cittadinanza attiva, concorrendo al progetto della Festa del diritto al gioco (edizione 2025/2026), in collaborazione con conCittadini dell’Assemblea Regionale dell’Emilia Romagna.
Parte dei testi e disegni del gruppo classe diventeranno materiale per la realizzazione di un depliant a promozione del gioco e contro i pregiudizi culturali.

disegno che illustra qualcosa che è stato discusso in classe rispetto al pregiudizio "Prima il dovere poi il piacere

ATTIVITA' DEL LABORATORIO

I generi di attività di cui sopra si è trattato vengono a combinarsi con un insieme di domande "sentite".
Se rivolgessi la domanda : "perché è importante giocare?” i bambini e le bambine del gruppo classe che cosa potrebbero rispondere? quanto coinciderebbe e/o quanto si distanzierebbero le risposte da ciò che hanno scoperto le scienze sociali. All'opposto, una domanda che disconferma quanto esposto prima potrebbe essere quella che considera la parte emotiva, ad esempio come ti farebbe sentire se qualcuno di importante di rivolgerebbe la frase: “Da oggi Tu non puoi più giocare!”. Altro ancora potrebbe essere: "Giocare è una cosa da bambini/e”, oppure “Giocare non serve a niente”. E poi ancora “Prima il dovere poi il piacere?”, questione tra le più difficili e controverse, in cui non si può più di tanto arrivare ad una risposta, ma di cui è bene sollecitare il dibattito, facendo emergere le diversità di vedute, affinando l'ascolto senza giudizio.


Il percorso di laboratorio si sviluppa in quattro incontri di due ore ciascuno.

Vi sarà sempre un intreccio tra attività in cui il corpo con la sua motricità, le relazioni, l'espressività, l'attenzione e le senso-percezioni, sono centrali attività e i momenti di ricerca, confronto, condivisione verbale, associato allo scritto e al disegno.

Tu non puoi più giocare Una frase che annienta il bambino
perchè è importante giocare? rivolgere la domanda ad un bambino
perchè è importante giocare La risposta dei bambini

OBIETTIVI DEL LABORATORIO

Liberare l’espressività secondo diversificti linguaggi, facilitando la socializzazione.
Invitare all’espressione delle proprie opinioni, anche quando queste sono molto diverse da quelle degli altri.
Stimolare la comprensione e l’ascolto, tanto di quanto si sente che di ciò che viene espresso dagli altri.
Arrivare ad una comprensione più profonda del Diritto al gioco anche in connessione con gli altri diritti della Convenzione.

DOCUMENTAZIONE DI RICERCA

Il laboratorio ha avuto una sua iniziale sperimentazione l'anno scorso di cui è rimasta traccia di documentazione.

A questo link al RESOCONTO è possibile scaricare il documento che fa descrizione di quanto sono le opinioni dei/delle bambini/e sulle domande loro poste